In pochi giorni ho attraversato vari paesaggi straordinari
mai visti in una vita intera. Dalla salina di Uyuni a San Pedro de Atacama si
trovano colorate lagune, immensi vulcani, fumanti geyser, alberi di pietra e
aridi deserti. Oggi mi trovo nel deserto più secco del mondo, con una piovosità
media di 0,08 mm annui il deserto di Atacama presenta paesaggi lunari che sono
stati utilizzati per esperimenti simili alle missioni su Marte, dei veicoli
spaziali Viking 1 e 2, per individuare forme di vita senza successo. A quanto
pare prima del 1971 potrebbe non avere mai avuto nessuna significante caduta di
pioggia per ben quattrocento anni. La corrente di Humboldt, una fredda corrente
marina che scorre sulle coste pacifiche di Perù e Cile, raffredda l’aria rendendo
quasi impossibile la formazione di nuvole.
Poco dopo pranzo sono partito in direzione Valle della Luna
con la bici accompagnato da Sophie, una viaggiatrice francese che sta
percorrendo in solitaria il Sud America per 7 mesi e si è aggregata a me all’
arrivo a San Pedro de Atacama. Su una strada ben asfaltata abbiamo percorso i
primi chilometri fino all’ ingresso della valle godendo di panorami desertici
impressionanti appena usciti dal centro abitato di San Pedro. Le temperature
massime si avvicinano ai trenta gradi ma l’assenza di umidità rende l’impatto
meno pesante. La strada diventa sterrata, a volte sabbiosa o seminata di buche.
La prima tappa è una caverna che si sviluppa nei pressi di un canyon. Sophie ,
quando si accorge che la grotta si abbassa notevolmente costringendoci a
camminare piegati sulle ginocchia, decide di tornare indietro perché non se la
sente di proseguire con la sola luce del cellulare. Io continuo e mi godo il
silenzio e la pace nel pieno dell’oscurità. Un centinaio di metri ed ecco una
crepa attraverso la quale trovo un uscita, mi arrampico sulle rocce e torno
indietro.
Montiamo in bici e si attraversano nuovi paesaggi tra cui
dune o montagne di sale createsi con l’accumulo di sabbia, argilla e sale per
essere successivamente modellate dall’ azione del vento. Dopo oltre una decina
di chilometri arriviamo a fine percorso dove si trovano “ I Guardiani delle Tre
Marie” , si tratta di formazioni rocciose, composte da ghiaia, argilla, sale e
quarzo, che hanno circa un milione di anni e, subendo un intenso processo di
erosione, sembrano alberi di pietra. Avventurandosi fuori dal tragitto, su una
strada particolarmente difficoltosa da percorrere in bici per via dello
spigoloso terreno arido, si raggiunge una profonda miniera di enormi cristalli
di sale generati dall’ alta pressione e l’ambiente senza umidità. All’
improvviso camminando su una superficie delicata si aprono delle crepe sotto ai
miei piedi, spaventato saltello sulle punte allontanandomi prima possibile da
quel fragile terreno.
Al ritorno decidiamo di fermarci nel punto panoramico per
osservare il tramonto, purtroppo arrivano alcuni pullman di scuole cilene in
gita e i ragazzi rumorosi si sistemano su un’affascinante duna. Siamo costretti
a camminare lungo una parte delle montagne di sale per trovare un luogo
silenzioso e godere di uno straordinario spettacolo a 360 gradi con le Ande e i
suoi rossicci vulcani da una parte e la cordigliera della costa dall’ altra.
Con il calare del sole le rocce cambiano colore e la luce intensa di questo
deserto regala particolari sensazioni. I pensieri volano all’ ormai imminente
traguardo del mio primo anno di viaggio consecutivo e quasi mi commuovo. Poi di
fretta a pedalare lungo la strada del ritorno con una forte escursione termica
e senza illuminazione ma, come sempre, accompagnato da un travolgente
entusiasmo dopo una trentina di chilometri nel deserto più arido del mondo.
In a few
days I have crossed various extraordinary landscapes unlike anything I have
seen before. Between the salt flats of Uyuni and the town of San Pedro de
Atacama there are coloured lagoons, immense volcanoes, smoking geysers, stone
trees and arid deserts. Today I am in the Atacama, the driest desert in the
world with its average annual rainfall of 0.08 mm and lunar landscape. Indeed,
experiments have been carried out here similar to those undertaken by the Viking
1 and 2 probes on Mars in their vain search for life there. It also seems that
before 1971, there may have been no significant rainfall in the Atacama for
four hundred years, thanks to the Humboldt Current, a cold ocean current which flows
along the coasts of Peru and Chile, cooling the air and making rainfall
unlikely.
Soon after
lunch, I got on my bicycle and set off for Moon Valley. Accompanying me was
Sophie, a French traveller on a seven-month
solo trip around South America who had joined me on my arrival in San Pedro.
For the first few kilometres after the town, as far as the entrance to the
valley, the road was good and we enjoyed the impressive desert panoramas. The
temperature was around 30 degrees but the air was dry and so it was
bearable. Then the road became
unsurfaced, with patches of sand or potholes. Our first stop was near a canyon
where there was a cave. We went in, but the roof got lower and lower, forcing
us to crouch to move ahead. Sophie soon turned back, not keen on the idea of
carrying on only with the light from her mobile phone, but I went on in the
silence and peace of the dark. After a hundred or so metres, there was a cleft
big enough for me to climb up out onto some rocks and then back to the bikes.
Back on our bikes, we rode through new
landscapes of dunes or salt mountains of accumulated sand, clay and salt which had
then been modelled by the wind. Another ten kilometres or more and we reached
our destination: the Three Maries. These are rock formations of gravel, clay,
salt and quartz around a million years old and which have been given the form
of stone trees by intense erosion. Off the beaten track, on dry ground which
made progress particularly difficult, we reached a deep mine of giant salt crystals
formed by high pressure and the dry environment. While I was walking on this
delicate surface, all of a sudden cracks appeared beneath my feet, frightening
me into tiptoeing off such fragile terrain as fast as possible.
On the way
back we stopped off at a viewpoint to watch the sunset. It was our bad luck
that a few busloads of boisterous young Chileans on a school trip also turned
up, commandeering a great viewpoint and forcing us to look elsewhere for a
quiet place. Further along the mountain of salt we found one with a spectacular
360-degree view, with the Andes and their reddish volcanoes on one side and the
coastal mountain range on the other. The
rocks change colour in the setting sun while the intense desert light draws out
particular sensations, and it was almost moving to think that soon I would have
been on the road for a whole year. We then rode back quickly and although we
were without lights and the evening air was by now much cooler, I was full of
enthusiasm after this thirty-kilometre trip in the most arid desert in the
world.
Questa si che si può definire un'avventura! In bici nel deserto...deve essere una sensazione tanto bella quanto strana! Immagino perchè non l'ho mai vissuta..
RispondiEliminaChe bello il fatto che si incontrino altri viaggiatori lungo il cammino! Magnifico!