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lunedì 5 novembre 2012

La domenica di Buenos Aires / Buenos Aires sunday


Nel pieno della primavera, a Buenos Aires , è scoppiata l’estate. Le temperature si aggirano sui trenta gradi e un caldo sole trasmette una carica frizzante ai suoi calorosi abitanti. Approfittando delle condizioni atmosferiche favorevoli decido di scoprire la domenica passeggiando tra le vie della capitale argentina. Prima tappa è la famosa piazza 25 Mayo, fulcro di varie attività musicali o di manifestazioni quotidiane. Risalgo la scalinata della metro e neanche il tempo di terminarla che ascolto della musica proveniente dalla piazza. La prima di una lunga serie di eventi sparsi per la città a celebrare dei giorni dedicati a gruppi residenziali di Buenos Aires. Ballerini con vestiti tradizionali che ballano allegramente su un palco nel bel mezzo di una strada. Noto un accampamento su un prato della piazza, curioso mi avvicino e mi accorgo che è in corso uno sciopero della fame di alcuni soldati reduci dalla guerra nelle Falkland ( Malvinas per gli argentini ) che chiedono al governo sostegno e di essere riconosciuti eroi di guerra come tutte le oltre seicento vittime. Questa inutile guerra persa ha lasciato una immensa ferita aperta in Argentina, vari sono i monumenti dedicati a manifestare la sovranità sulle isole nonostante siano inglesi. Dopo aver scatenato la decisa e violenta reazione militare inglese, spinta dalla presidente di allora Margaret Thatcher, ora cercano di fomentare la pressione internazionale per conquistare le isole.

Mi dirigo verso l’affascinante quartiere San Telmo, passeggio in una lunga e piccola via traboccante di bancarelle di artigiani e artisti. Tra la folla domenicale cerco di districarmi fermandomi ad ogni angolo in cui una banda musicale intrattiene la gente. Argentini e brasiliani scaldano l’atmosfera sonorizzandola con balli passionali, una allegra onda di energia sudamericana invade questa area della città. Arrivo in piazza Dorrego ed ho la fortuna di assistere alla feria che ogni domenica dal 1970, anno in cui un architetto la fondò, ravviva la piazza con quasi trecento stand che sembrano scene teatrali in cui si creano situazioni diverse tra costumi e maschere. Tutti i proprietari degli stand sono truccati, chi da uomo ragno, chi da marinaio o con caratteristici vestiti tradizionali di mezzo secolo fa. Alcuni vendono oggetti di antiquariato e altri chiedono mance per chi vuole fare foto o apprezza il loro lavoro. Mi lascio trasportare dalle scene che osservo curioso e quasi mi sembra di essere in un'altra epoca, poi mi fermo davanti ad alcuni ballerini di tango per rimanerne incantato alcuni minuti. Quanta passione e dedizione in questo ballo, a giorni andrò a provarlo in un esclusivo locale della città.

Prossima tappa il quartiere La Boca che raggiungo proseguendo sulla stessa via che ho imboccato dalla piazza 25 Mayo. Noto lo stadio della Bombonera in lontananza, locali e case dei tifosi del Boca Juniors dipinti di giallo e blu. Attraverso alcune losche e semideserte strade dove incontro solo poche famiglie che trascorrono la domenica in compagnia a bere mate, un infusione preparata con le foglie della omonima pianta sudamericana, sedute su sedie nel marciapiede. Scopro una faccia più povera e trasandata della città, ammiro i numerosi graffiti poi un gruppo di uomini, che brindano a torso nudo tra fiumi di birra locale quilmes, si accorge della mia presenza e in lontananza mi urla qualcosa. Non capisco cosa mi stanno dicendo ma non hanno un aspetto amichevole così proseguo facendo finta di nulla e fortunatamente non mi seguono. Finalmente trovo la parte più suggestiva del quartiere e dopo aver attraversato una via riqualificata artisticamente con bizzarri graffiti arrivo in una chiassosa via di locali con numerosi ballerini di tango e nuovamente la folla domenicale. Anche qua vari artisti di strada ravvivano l’atmosfera e non si contano le immagini di Diego Armando Maradona.

Al ritorno decido di camminare lungo una via più grande e passo sotto alcuni portici incontrando persone che vivono per strada con improvvisate “case” con carrelli pieni di oggetti e materassi. Il più curioso è un senzatetto disteso sul materasso con un sorriso smagliante e la compagnia di una decina di cani. Ritrovo il quartiere di San Telmo e decido di godere di un altro tuffo tra le bancarelle della via Defensa. Sono alla ricerca di un libro e trovo ispirazione per Paulo Coelho, con un racconto intitolato in spagnolo “el peregrino”.

Right in the middle of spring, summer has burst out in Buenos Aires and the city’s warm-hearted inhabitants are warmed further by a bright sun and temperatures of around thirty degrees. Taking advantage of the good weather, I decided to explore Sunday on the streets of Argentina’s capital. My first stop was the famous Plaza de Mayo, centre of daily demonstrations and various musical acts – indeed, I could already hear music on my way up the stairs out of the Metro. The first of a long series of events around the city celebrating the days dedicated to residential groups of the city. Dancers in traditional costumes performing gaily on a stage in the middle of a street. A camp on one of the lawns in the square attracted my attention – it was a hunger strike by ex-servicemen from the Falklands War (Guerra de las Malvinas for the Argentinians) asking the government for support, and recognition as war heroes like the over six hundred who died. This useless lost war has left a deep open wound in the country, and there are various monuments dedicated to Argentinian sovereignty over the islands, despite their being British. After setting off a strong and violent military reaction by the British, led by the then Prime Minister, Margaret Thatcher, Argentina is now trying to take back the islands by intensifying international pressure.

On the way to the fascinating district of San Telmo, I passed down a long narrow street packed with stalls selling arts and crafts, and trying to free myself from the Sunday crowds by stopping at every corner where a band was playing. Argentinians and Brazilians were getting the crowds worked up with passionate dance music, filling the air with their cheerful energy. In Dorrego Square was the San Telmo Fair, held every Sunday since being started in 1970 by an architect  – almost three hundred stalls enlivening the Square with what seem theatrical scenes with costumes and masks. All the stall owners were dressed up, whether as Spiderman, a sailor or in traditional clothes. Some were selling antiques, others asking for tips from people taking photos or as appreciation of their handicrafts. Letting all these scenes bear me away, it almost felt as if I were in another time, then I stopped by a group of tango dancers to be enchanted for a while. How much love and passion there is in the tango – I really must go and try it in one of the clubs.

Next stop, the La Boca district, reached by going on down the same street taken from the Plaza de Mayo. In the distance, the Bombonera stadium was visible, as were the shops and homes of Boca Juniors fans, painted blue and yellow. I passed through some dingy semi-deserted streets, seeing only a few families on chairs on the pavement spending their Sunday together drinking mate, an infusion made from the leaves of the South-American plant of the same name. This was a poorer, more run-down area, although there was plenty of graffiti to admire. A group of bare-chested men toasting each other amid gallons of Quilme, the local beer, called over to me. I couldn’t understand a word, but they didn’t look friendly, so I acted dumb and carried on, and luckily they didn’t follow me. At last, after crossing a street artistically upgraded with bizarre graffiti, I came to the most picturesque part of the district: a noisy thoroughfare full of bars, tango dancers and, once again, the Sunday crowds. Here, too, street artists made for a lively atmosphere, and everywhere there were pictures of Diego Armando Maradona.

On the way back, under the arcades on a wider street, homeless people with their improvised “homes” of trolleys packed with mattresses and paraphernalia. The strangest was a man with a gleaming smile stretched out on his mattress, surrounded by a dozen or so dogs. Back in San Telmo, I plunged once more into the stalls on Via Defensa. Looking for a something to read, I was inspired by a story by Paolo Coelho, “The Pilgrimage”.

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