Vivere in un ostello significa condividere diverse
situazioni quotidiane con gente di ogni paese: dalla camera alla cucina, dalla
televisione ad una birra per finire con la storia della propria vita.
Consapevoli di essere solo di passaggio, i viaggiatori si aprono come raramente
fanno a casa loro e sono più spontanei e naturali. Personaggi stravaganti di
tutte le età ti arricchiscono di esperienze uniche da cui trovare ispirazione o
semplicemente da cui imparare a conoscere meglio l'essenza di un essere umano.
Confrontarti ogni giorno con persone diverse ti aiuta a sviluppare riflessioni
o pensieri sulla tua vita. Questo sono tutti lati positivi che si vivono di
giorno e a volte di notte perché si sa che le persone mostrano anche il loro
lati più scuri dopo il tramonto.
Per ragioni di sicurezza la maggior parte dei turni che
faccio sono da mezzanotte alle otto del mattino. Apro la porta e controllo chi
entra, servo da bere ai clienti controllando sempre che il loro tasso alcolico
non salga più di tanto e se capita devo
intervenire. Fino ad ora le situazioni più curiose le ho vissute in questo
turno. Potrei raccontarvi di un anziana argentina insonne che alle cinque del
mattino, quando faccio fatica a tenere gli occhi aperti e cerco di approfittare
del divano vuoto, si presenta da me con alcuni fogli su cui ha appuntato una
cinquantina di nazioni diverse di cui vuole avere indicazioni di viaggio.
Oppure di una ragazza argentina e musulmana che in questi giorni è stata
cliente dell’ostello in attesa di andare in Egitto e poi negli Emirati Arabi
per la prima volta dalla sua famiglia di origine. Di giorno entrava con il
velo, a volte accompagnata dal padre, e di notte si lasciava andare a fiumi di
birra e festa nelle discoteche di Cordoba. Una delle sue ultime notti è
arrivata completamente sbronza e vagava per l’ostello indossando solamente
reggiseno e tanga mettendomi spesso in situazioni complesse. Anche perché
faceva un eccessivo rumore e dovevo riprenderla per permettere agli altri
clienti di dormire. Quando vivevo in Pakistan ero abituato a non poter neanche
parlare con una donna musulmana, chissà come se la passerà negli Emirati Arabi.
Poi ci sono gli israeliani che in questi mesi mi hanno
sorpreso soprattutto per due motivi. Il primo è che sono il paese che viaggia
di più in assoluto, nonostante siano solo un paese di otto milioni di abitanti
sono quelli che ho incontrato più in viaggio. In Israele è obbligatorio il
servizio militare e dura tre lunghi anni, così dopo questo duro periodo la
maggior parte dei giovani partono per il mondo alla ricerca di emozioni forti.
Il secondo è la festa eccessiva che fanno, soprattutto chiassosa e condita
spesso da sostanze stupefacenti. Ma non bisogna generalizzare perché ho
incontrato molti altri israeliani interessati più alla cultura che visitavano
che alla festa e con cui ho condiviso piacevolmente il viaggio. La scorsa notte ad un gruppo di sei ho dato
da bere fino alle cinque del mattino mentre sonorizzavano il salotto con musica
trance. Tre volte ho dovuto spiegarli che per parlarsi ad un metro di distanza
possono anche non urlare, poi se ne sono resi conto.
Infine ecco la storia di un bizzarro argentino con un
cognome per niente casuale, il signor Malizia. Entra nell’ostello con una donna
e mi chiede un letto in una camerata con sei persone. Lo accompagno alla stanza
e quando nota che ci sono anche delle ragazze mi chiede se disponiamo di una
camerata con solo uomini. Inizio a insospettirmi e gli dico che son tutte miste
le camerate. Quando la situazione appare più chiara gli spiego che forse una
stanza privata fa al caso suo e lo convinco a spendere qualcosa di più.
Sto
attraversando una fase di viaggio ben diversa dal solito. Ora sono gli altri
quelli che se ne vanno, ma mi fa piacere fermarmi per un periodo e rimanere
comunque in contatto quotidianamente con stranieri in movimento. E’ come se
stessi comunque viaggiando. In ogni caso Cordoba mi sta regalando piacevoli
emozioni attraverso tutte le sue attività musicali, culturali e artistiche ma
anche tanto sotto il piano umano. Oltre ai viaggiatori sto legando con i miei
colleghi sudamericani e stiamo creando una temporanea famiglia. Ma tranquilli che, anche se mi sono tatuato
due nuove ancore, il richiamo dello zaino si fa sempre sentire. D’altronde la
mia casa potrebbe essere ancora per molto la strada, questa tappa mi sta dando
un ulteriore conferma perché mi trovo in una situazione in cui mi trovo
particolarmente bene ma dopo aver vissuto l’ultimo anno ad una certa intensità,
so che il mondo ha ancora tanto da offrirmi.
Living
in a hostel means sharing different daily situations (from the bedroom to the
kitchen, from the television to beer and, last but not least, one’s life story)
with people from many different countries. Travellers open up as they rarely do
back home, they are more natural and spontaneous because they know they are
just passing through. Meeting extravagant people of all ages can enrich and
inspire you, or simply teach you more about what it means to be a human being.
It can also help you reflection on your own life. These positive aspects are
experienced during the day, and sometimes at night - since after sunset people
also show their darker sides.
For
safety reasons most of my shifts are from midnight to eight in the morning. I
open the door and check who comes in, and serve drinks to customers while making
sure that they don’t overdo things – if they do, I have to step in. So far I
have experienced the most peculiar situations on this shift. I could tell you
about the sleepless old Argentinian lady who came to me at five in the morning,
while I was struggling to remain awake and trying to take advantage of an empty
couch, with some sheets of paper on which she had written down about fifty
countries she wanted to ask me travel information about.
Or the Muslim Argentinian girl who was staying at the hostel while waiting to go first to Egypt and then the United Arab Emirates to visit her family for the first time. During the day she came veiled, sometimes accompanied by her father; at night she drank gallons of beer and partied in the discos of Cordoba. One of the last nights she came back completely drunk and wandered around the hostel in only a bra and tanga, which made things rather embarrassing, not only because she was so noisy and I had to tell her off so that other people could sleep. When I was living in Pakistan I was used to not being even able to speak to Muslim women, who knows how she will get on in the UAE.
Or the Muslim Argentinian girl who was staying at the hostel while waiting to go first to Egypt and then the United Arab Emirates to visit her family for the first time. During the day she came veiled, sometimes accompanied by her father; at night she drank gallons of beer and partied in the discos of Cordoba. One of the last nights she came back completely drunk and wandered around the hostel in only a bra and tanga, which made things rather embarrassing, not only because she was so noisy and I had to tell her off so that other people could sleep. When I was living in Pakistan I was used to not being even able to speak to Muslim women, who knows how she will get on in the UAE.
Then
there are the Isrealis, who in these months have surprised me. For two reasons
in particular: the first, that they are the nationality which travel the most -
despite there being only eight million of them, they are the ones who I’ve met
the most. In Israel, military survice is compulsory and lasts three long years
so after such hard times most young people leave and travel around the world
searching for deep experiences. The second, that they party too much, are often
really loud and often on drugs. But I shouldn’t generalize - I have met many
other Israelis who were more interested in the culture of the places they were visiting
than in partying and who I have shared pleasant travels with. Last night I
served drinks to a group of six until five in the morning while they played
trance music in the living room. Three times I had to tell them that there was
no need to shout to make themselves heard when only a metre away from each other,
and in the end it sank in.
Finally, here’s the story of a weird Argentinian man, Mr Malizia (Mr Mischief), whose surname was indeed quite appropriate. He came into the hostel with a woman and asked for a bed in a six-person dormitory. I took him to the room and when he noticed that there were also some girls there he asked me whether we had men-only dorms. I started to become suspicious and told him all that all the dormitories are mixed. When the situation became clear I explained to him that perhaps a private room was what he was looking for and convinced him to spend a little bit more.
Finally, here’s the story of a weird Argentinian man, Mr Malizia (Mr Mischief), whose surname was indeed quite appropriate. He came into the hostel with a woman and asked for a bed in a six-person dormitory. I took him to the room and when he noticed that there were also some girls there he asked me whether we had men-only dorms. I started to become suspicious and told him all that all the dormitories are mixed. When the situation became clear I explained to him that perhaps a private room was what he was looking for and convinced him to spend a little bit more.
I’m going through a
travelling phase which is different from the usual. Now other people are the
ones who leave, I’m happy to stop for a while and keep in touch with the
foreigners on the move. It’s still as if I was travelling. In any case, Cordoba
gives good vibes with all its musical, cultural and artistic activities as well
as a lot on a human level. I’m bonding not only with travellers but also with
my South American colleagues, and we’re creating a temporary family. But don’t
worry, because even though I’ve tattoed myself with two new anchors, I can
still hear my backpack calling. My home
might still be the road for a long time after all, and this phase comes as
further proof, because although I feel particularly good here and now, after
living an intense past year I know the world still has a lot to offer to me.
con quali soldi ti paghi l'ostello? come fai a mantenerti?
RispondiEliminama scusa, ma hai letto il post ?
Eliminaperchè dovrei pagare l'ostello in cui lavoro ?
Ciao, ho letto con molta curiosità il tuo articolo e ti faccio i miei complimenti.
RispondiEliminaCosa ti ha spinto a diventare cittadino del mondo?
Ciao.
La mia mail è hoctopus@hotmail,it