L’esuberante fascino di Rio de Janeiro ti attrae già prima
di arrivarci perché è una delle città più conosciute al mondo. Fin dalla mia
adolescenza ho provato a immaginare la spiaggia di Copacabana o il monte
Corcovado per poter ammirare la metropoli con un punto panoramico
straordinario. La mia idea di Rio si limitava solo a questi due itinerari ma
arrivandoci ho scoperto che il suo vero fascino e ben più prorompente di quanto
potessi immaginare. In sole poche ore, quando mi sono ritrovato a ballare la
samba per le strade di Lapa, mi ha completamente conquistato. L’ennesima città
sudamericana dai forti contrasti sociali che si rispecchiano dalle favela ai
grattacieli del centro. Storica capitale coloniale scelta dai portoghesi che ne
fecero l’unica capitale europea non in Europa quando l’esercito napoleonico
minacciava il loro regno. Resistette fino al 1960 quando il presidente
Kubitschek creò la nuova capitale nel centro del paese a Brasilia e Rio divenne
una città stato per una decina di anni. Ora deve affrontare un impressionante
onda di ricchezza derivanti dai prossimi eventi che ospiterà, i mondiali di
calcio del 2014 e le olimpiadi del 2016.
Copacabana e Ipanema sono alcune delle spettacolari spiagge
di morbida sabbia bianca che circondano la città. Sono spesso affollatissime al
punto che sembra di essere al centro del mondo per il misto di popoli stranieri
e locali che risiedono nell’area metropolitana. Verso sera ballerini e
musicisti sonorizzano e rallegrano il lungo mare ma anche tanti altri quartieri
tra cui quello in cui mi sono sistemato, Lapa. Il quartiere boemo dove tra un
architettura affascinante, perché degradata e artistica ricca di vivaci colori
e graffiti, vivono artisti, musicisti e prostitute – soprattutto viados.
Numerosi locali per ogni tipo di clientela e ceto sociale pompano musica
brasiliana a tutto volume. Nella grande piazza nei pressi dell’arco ci pensano
i chioschi, illuminati dai neon, a intrattenere la gente con gustosi caipirinha.
Le percussioni sono negli angoli delle strade ed è difficile trattenersi a non
seguirne il ritmo scatenandosi in frenetici balli che con il calore e l’umidità
della città vi faranno sudare parecchio. Poco importa perché siamo in Brasile e
ballare la samba è un dovere, soprattutto quando sorridente brasiliane si
offrono di insegnarvi i passi. (video)
Il centro, oltre a fiumi di persone che si spostano da un
ufficio all’altro in alti e moderni palazzi che lo circondano, mostra anche un
teatro municipale di una bellezza unica. Senza contare le numerose piazze o le
strette vie dove i profumi e i colori dei locali vi attirano. Oggi, mentre mi
perdevo tra le sue vie assieme ad un amica, ho notato la statua del Cristo
redentore sul monte Corcovado ed ho deciso si raggiungerlo. Salito sul primo
pullman ho raggiunto la base del monte da cui partono i mezzi per raggiungere
la cima. Dopo ore di coda e calore eccomi finalmente quassù con un panorama da
favola a 360 gradi nel parco nazionale del Tijuca, il più vasto in un area
metropolitana. Il polmone verde di Rio gode anche del mare e di un lago. La
statua del Cristo alta 38 metri è impressionante e attira l’attenzione anche di
fedeli di altre religioni. Ma il momento più emozionante della giornata avviene
quando salgo su un taxi collettivo per scendere in città. L’autista è un
simpaticissimo vecchio brasiliano con una voce rauca incomprensibile che guida
a tutto gas scatenando l’entusiasmo dei passeggeri. Decide di farci un regalo
ovvero di uscire dal solito percorso e di tagliare per una stradina che
attraversa una favela dove probabilmente è cresciuto. Si ferma a salutare amici
dalla macchina, una serie di elementi con facce un po’ stordite mentre si
scolano litri di birra. Ci salutano amichevolmente perché siamo con il loro
amico ma passassi da solo a piedi non so se mi accoglierebbero allo stesso
modo. Osservo le mura che sono tutte imbrattate di graffiti, ci sono montagne
di rifiuti e strettissime scalinate in cui bambini giocano tra i cavi elettrici
pendolanti. Mi ricorda uno dei mie film preferiti, “La Città di Dio”. Una
estrema realtà che pulsa di vita.
The exuberant fascination of Rio de Janeiro
attracts you even before you get there because it’s one of the most famous cities
in the world. Since I was a teenager, I had tried to imagine Copacabana Beach
or the extraordinary view over the city from Mount Corcovado (aka Sugarloaf
mountain). The idea I had about Rio was limited to these two places but once I
got there I found out that it was really much more exuberant than I could have
imagined. In just a few hours, the city conquered me, and I found myself
dancing in the streets of Lapa. It’s yet another South American city with
strong social contrasts mirrored in the favelas – slums - and city-centre skyscrapers.
A historical colonial capital chosen by the Portuguese, who made it the only
European capital outside Europe when Napoleon’s army was threatening their
kingdom, Rio remained the capital of Brazil until 1960 when President
Kubitschek moved it to Brasilia in the centre of the country and for a decade
or so Rio became a city-state. Now it will have to deal with a great wave of
wealth from the events it will soon host, including the World Cup in 2014 and
the Olympic Games in 2016.
Copacabana and Ipanema are two of the most
spectacular beaches with soft white sand that surround the city. They are often
so crowded that you feel you could be at the centre of the world with such a
mix of locals and foreigners. In the evening dancers and musicians enliven the
promenade and many other areas of town, including Lapa, where I’m staying. This
is the Bohemian area of town with rundown architecture is full of colours,
graffiti, artists, musicians, prostitutes - especially transexuals. There are
many bars for every kind of client and social class, blasting out Brazilian
music. In the big square near the arc people are entertained by the
blue-neon-lit kiosks serving caipirinha cocktails. There are percussion groups
on the street corners and it’s hard to hold back and not start to dancing
crazily in the heat and humidity, which will make you sweat a lot, though. Little
does this matter, because we are in Brazil and you must dance the samba, especially
when smiling Brazilian girls are offering to teach you how to. (video)
Apart from the crowds of people moving from one
office to another in tall modern buildings that limit this area, the centre
also has a city theatre of unique beauty, as well as many squares and narrow
streets that you can be drawn to by their perfume and colours. While I was
roaming these streets with a friend today, I saw the statue of Christ the
Redeemer on top of Mount Corcovado and decided to go up there. I took the first
bus that came and made it to the bottom of the mountain to take other
transport. After waiting in the queue and in the heat for hours, I finally got
to the top, in Tijuca national park, the largest in a metropolitan area, where
a fantastic 360° view awaited me. This “green lung” in Rio also has a lake and
is by the sea. The impressive statue of Christ is 38 metres tall and also
attracts followers of other religions.
The most exciting part of the day was when I took a taxi with other
people to get back into town. The driver was a fun old Brazilian man with a
raucous incomprehensible voice who drove at full speed, thrilling us
passengers. He decided to give us a present by taking a different road than the
usual one which crosses the favela where he probably grew up. He stopped to say
hello from the car to some friends, a bunch of people with a dazed expression
who were guzzling litres of beer. They greeted us in a friendly manner because
we were with their friend but if I walked there alone I’m not quite sure I
would be greeted in the same way. Looking at the graffiti-covered walls, mountains
of rubbish and narrow flights of stairs where children played between electric
cables hanging down, I was reminded of one of my favourite films: “City of
God”. An extreme reality pulsing with life.
Splendidi posti....
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