In tutta la mia vita sono sempre stato alla ricerca di
esperienze estreme che potessero regalarmi emozioni vitali o che mi
permettessero di trovare una via di fuga dalla logorante monotonia. Una
leggera, ma onnipresente, forma di irrequietezza, causata dalla società
materialista in cui sono cresciuto, non mi permetteva di godere appieno della
semplicità e spesso ho intrapreso strade anche buie o rischiose pur di rendere
le mie giornate o notti intense con esperienze particolari. Ora quella stessa
straordinaria intensità riesco coglierla anche nelle situazioni semplici e ciò
mi crea una immensa serenità mai provata o neanche immaginata. Arrivato a
Cordoba una settimana fa ho incontrato la accogliente e allegra atmosfera
sudamericana che mi sta cullando da quando sono entrato in questo favoloso
continente. Mi sono fermato perché voglio avere il tempo di permettere a questa
grandiosa esperienza latinoamericana di entrare nelle mie vene in modo di
poterla portare nella mia anima per il resto della mia vita.
In un ospitale ostello in cui lavorano ragazzi colombiani,
venezuelani, ecuadoriani e argentini mi sono subito sentito a casa. Il giorno
dopo ho deciso di fermarmi a lavorare in questa piacevole realtà. La città di
per sé non è nient’altro che l’ennesima metropoli argentina dove si può
osservare il drastico contrasto creato dalla crisi economica del 2001. Da una
parte una ricchezza industriale ma dall’altro numerosi senzatetto che vivono in
condizioni estreme nei marciapiedi. Tuttavia Cordoba è un fulcro universitario
che trabocca di eventi musicali, culturali e artistici per giovani proveniente
da tutto il continente. Fredy, il mio collega e amico colombiano, è sempre
informato sui migliori eventi e si occupa di accompagnare i viaggiatori
stranieri in giro per la città, quando non lavoro mi aggrego volentieri a lui.
Mi piace lavorare alla reception dell’ostello e, dopo oltre 400 giorni dormendo
negli ostelli di 16 paesi differenti, accogliere con il sorriso ragazzi con cui
condivido la mia passione più grande, viaggiare. Proprio per la mia esperienza
so cosa vuol dire essere accolti bene dopo lunghe e faticose ore di viaggio in
pullman. Inoltre sto cercando di dare idee nuove al proprietario dell’ostello
per migliorare la sua attività. Ieri gli ho dato alcuni suggerimenti per la
cucina e poi mi sono occupato di montare uno scaffale per creare ulteriore
spazio. Una gentile ballerina e amica ecuadoriana mi da lezioni gratuite di
salsa, sto cercando di imparare a suonare l’armonica da autodidatta e do
lezioni di kick-boxing ad una mia collega, anche lei ecuadoriana. Ho tanta
energia da dare e ricevere, questo è il posto giusto e il momento giusto per
farlo.
Sono straordinariamente felice proprio grazie a questo
vitale e inaspettato piacere nella semplicità che ho sempre desiderato di
incontrare. Sono partito con un grande sogno chiamato "il giro del mondo
senza aerei", ma ora dopo oltre 65.000 chilometri ho raggiunto uno stato
d'animo cosi favoloso che mi rendo conto di aver trovato molto più di quello
che avrei mai potuto sognare. All'improvviso non sento più nessuna ambizione
attrarmi particolarmente perchè chiedere alla vita di meglio di ciò che ho in
questo momento non credo sia possibile, ma neanche ne sento il bisogno. Mi
sento come un veliero che dopo lunghi viaggi ha deciso di ammainare le vele per
lasciarsi trasportare dalle onde. Non ho la minima idea di dove sto andando ma
il presente mi sta regalando soddisfazioni umane e pratiche di cui la mia anima
ne aveva tanto bisogno quasi come ossigeno. Voglio continuare a farmi
trasportare dagli eventi concentrandomi solo sul vivere al meglio le mie
giornate senza dover sentire il bisogno di cercare esperienze estreme per stare
bene, senza essere dipendente da nulla per trovare serenità. Riuscendo a
mantenere accesa questa calorosa fiamma di vita che mi sta scaldando l’anima.
Vi aspetto al Turning Point di Cordoba, almeno finchè il
richiamo dello zaino diventerà irresistibile.
All my life I’ve been looking for extreme
experiences which could give me intense emotions or let me find a way out of the
monotony that was draining me. A mild but ever-present kind of restlessness,
brought about by the materialist world I grew up in, stopped me from fully
enjoying simple things, and I often made poor or risky choices while looking
for ways to fill the days or nights with particular experiences. Now I manage
to find the same extraordinary intensity even in ordinary situations, and this
gives me a great serenity I had neither felt nor even imagined before. When I
arrived in Cordoba a week ago, I met the same welcoming and light-hearted South
American atmosphere which has been cradling me since I came to this fabulous
continent. I stopped to allow this magnificent Latin American experience enough
time to get right under my skin, so that I could carry it around with me for
the rest of my life.
The hostel was friendly, with young Colombians,
Venezuelans, Ecuadorians and Argentinians working there, and I felt immediately
at home. The next day I decided to stay on and work there. The city itself is
just another Argentinian metropolis with all the visible signs of the drastic
contrast brought about by the economic crisis in 2001: on one hand, industrial
wealth; on the other, many homeless people living on the streets in extreme
conditions. All the same, Cordoba is a university centre overflowing with
musical, cultural and artistic events for young people from all over the
continent. Fredy, my Colombian colleague and friend, always knows about the
best events and takes foreign visitors around the city, and when I’m not
working in the hostel reception I gladly join him. Having myself spent over 400
nights in hostels in 16 different countries, I like the job, welcoming with a
smile other young people who have the same passion for travelling as I do. It’s
because I’ve been through it myself that I know what it means to be made
welcome after hours of tiring travel by bus. I’m also trying to instil new
ideas in the owner to improve the hostel - yesterday I made a few suggestions
about the kitchen and then got busy putting up a shelf to free up some more space there. A kind Ecuadorian
dancer and friend gives me free salsa lessons, I’m teaching myself the mouth
organ, and give kick-boxing lessons to a female Ecuadorian colleague. I have a
lot of energy to give and take, and this is the right time and place to do it.
I’m really, really happy thanks to this
unexpected but crucial pleasure in simplicity, which I have always wanted to
find. I started out with a grand dream - “around the world without planes” -
but now, after 65,000 kilometres, my state of mind is so good that I realise I have found much more than I
dreamed possible. All of a sudden I feel no attraction to any particular
ambition, because asking more of life than what I have right now does not seem
possible, or even necessary. I feel like a sailing ship which, after long
voyages, decides to lower its sails and let itself be moved by the waves. I
don’t have the slightest idea of where I am going, but the here and now is
giving me the human and practical satisfactions my spirit needed as much as I
need air. I want to continue to ‘go with the flow’, just concentrating on
living my days as well as I can, with no need for extreme experiences to feel
well, without depending on anything else to feel at peace, managing to keep
alive this warm flame of life heating my soul.
See you at the Turning Point in Cordoba, at
least until the itch to move on becomes irrestistible.