Sveglia all’alba alle 6 per saltare sul primo pullman diretto a Colombo. Attendo a bordo strada con lo zaino in spalla nel tranquillo villaggio di Hikkaduwa, mentre il sole si leva tranquillamente e bambini in divisa bianca vanno a scuola. Dopo un quarto d’ora vedo in lontananza il mezzo avvicinarsi strombazzando a tutta furia. Salgo e non trovo posto, scarico lo zaino sul motore a fianco all’autista e mi preparo ad affrontare un viaggio di un’ ora e mezza in piedi tra la folla di singalesi.
Arrivo a Colombo e, dopo una breve ricerca, trovo facilmente sistemazione in un vecchio, degradato e sporco palazzo coloniale in pieno centro ma che almeno mi permette di stare economicamente vicino alla zona portuale. Dopo le esperienze nelle grandi città indiane tutto ciò mi appare comunque un lusso.
Ho trascorso solo 4 giorni sulla costa meridionale dello Sri Lanka e, nonostante il fascino delle spiagge con sabbia dorata, dell’ acqua turchese, della barriera corallina e della dolce e selvatica compagnia animale comprendente scimmie, pipistrelli, varani, coccodrilli e tartarughe giganti, non riesco stare fermo a pensare senza avere la certezza di trovare un mezzo marittimo diretto verso le terre dell’est (Thailandia, Malesia o Singapore). In occasioni come queste preferisco agire subito per risolvere la situazione. Inizierò la ricerca, anche se ho ancora una decina di giorni validi per il visto.
A Dicembre dell’anno scorso mi ero messo in contatto con una compagnia di mercantili inglese che mi aveva offerto un biglietto con destinazione Singapore. Sembrava fatta, avevo raccolto e inviato a loro i diversi documenti burocratici richiesti (assicurazione sanitaria, certificato medico, biglietto d’uscita da Singapore via treno). A fine Gennaio arriva la prima brutta sorpresa: viaggio cancellato!
Dopo pochi giorni la stessa compagnia mi offre un’altra soluzione per fine Febbraio verso la Malesia. Per me era ancora meglio ed entusiasta ho accettato ricompilando tutti i moduli. Arrivo in Sri Lanka e ricevo la notizia che hanno ritardato il viaggio di 4 giorni fino a primi di Marzo. Contatto un’ altra compagnia di mercantili tedesca ma mi comunicano che è troppo tardi per prenotare spostamenti nel mese di Febbraio.
Accetto di partire in ritardo. ma ho un brutto presentimento che si realizzerà verso metà Febbraio con l’ennesima mail negativa che mi conferma che la nave cargo ha deciso di saltare la fermata di Colombo, rimborso immediato e biglietto cancellato !
Abbandono definitivamente la possibilità di muovermi su questo tipo di imbarcazioni decidendo che una volta raggiunta Colombo avrei iniziato la ricerca di un qualsiasi genere di mezzo marittimo disposto a trasportarmi verso est in cambio di ogni genere di lavoro. Se lo Sri Lanka e l’India sono estremamente vicine, le terre orientali son ben più distanti dallo Sri Lanka e tutto ciò rende la ricerca molto più complicata anche se la capitale singalese ha un porto molto trafficato in quanto punto di passaggio e sosta nel Mare Arabico.
Questo pomeriggio inizierò a bazzicare nell’area portuale raccontando la mia situazione a tutti quelli che incontro, frequenterò i bar dei marinai, cercherò di attirare il più possibile l’attenzione nella speranza che qualche buon anima mi possa aiutare a continuare a realizzare questa grande impresa attorno al mondo senza aerei.
I woke up at six in the morning to catch the first bus to Colombo. I waited on the side of the road in the tranquil village of Hikkaduwa with my backpack on my shoulders, while the sun was slowly rising and children wearing a white school uniform were going to school. Fifteen minutes later I saw the bus coming from a distance, frantically honking while making its way. I got on and couldn’t find an empty seat, so I dumped my backpack above the engine next to the driver, and got ready for a one-and-a-half hour drive where I had to stand among the many locals that packed the bus.
I arrived in Colombo and, after a short look around, I easily found a cheap place to stay at in an old, dilapidated and dirty colonial building in the city centre, close to the port. After having experienced the big Indian cities, all this seemed luxurious indeed. I only spent four days on the southern coast of Sri Lanka and despite the fascination of the beaches with golden sand, the turquoise water, the coral reef and the presence of pleasant and wild animals such as monkeys, fruit bats, land monitors, crocodiles and giant turtles, I was restless because I didn’t have the certainty that I would find maritime transportation heading East (towards Thailand, Malaysia or Singapore). In such circumstances I prefer doing something immediately in order to solve the issue. Therefore I decided to start looking for a solution right away, even though I had ten days left on my visa.
Back in December I contacted an English merchant ship company that sold me a ticket for Singapore. I collected and sent them all the required papers (travel insurance, medical certificate, train ticket for leaving Singapore) and everything seemed sorted out. At the end of January I heard the first bad news: the ship had been cancelled.
A few days later, the same company offered another solution, this time for Malaysia, for the end of February. That was even better for me so I enthusiastically filled in all the papers again. When I got to Sri Lanka I found out that the journey had been delayed by four days, meaning the beginning of March. I contacted another company, a German one, but they told me it was too late to book anything in February. I therefore accepted the delay, but I had a bad feeling about this that became real in mid-February, after receiving the umpteenth negative email, this time saying that the cargo ship would skip Colombo and that the ticket would be cancelled and I would immediately be refunded.
At this point, I gave up trying to travel by these types of ships and decided to look for any kind of eastbound maritime transportation in Colombo, that is willing to let me on board in exchange for work. If on one hand Sri Lanka and India are very close to each other, on the other hand the eastern lands are much further away from Sri Lanka and this makes everything much more complicated, even though the Sinhalese capital has a very busy port as it’s an important waypoint and stopover in the Arabian Sea.
This afternoon I will hang around the port and tell about my situation to all the people I meet, I will go to the sailors’ bars, I will try to attract as much attention as I can hoping that some kindly soul will help me in achieving this big venture around the world without planes.