Secondo la leggenda indiana più diffusa l’Holi festival
nasce per via del principe Pralahad, figlio di un re malvagio, si rifiuta di
sottostare al potere del padre fin da giovanissimo forte della sua devozione a
Vishnu. Così il padre chiede alla perfida sorella Holika di portarlo nelle
fiamme con lei siccome possiede dei poteri che le permettono di non bruciarsi.
Holika porta il nipote in una trappola ma, ignara del fatto che i suoi poteri
funzionano esclusivamente quando si trova nelle fiamme da sola, prende fuoco e
il giovane Pralahad viene salvato dalle sue preghiere. Uno dei più importanti e
antichi festival indiani, Holi simboleggia, oltre che la devozione, anche
l’arrivo della primavera cadendo nell’ultima luna piena d’inverno. Un immensa
esplosione di colori, in polvere o diluiti con acqua, invade le strade indiane
travolgendo chiunque si trovi da queste parti con una grande onda di allegria.
Il mio festival è iniziato due giorni prima del giorno
stabilito (17/03) assieme ai bambini di uno slum di Varanasi che mendicano ad
Assi ghat. Siccome i piccoli celebrano la festività con le famiglie nei
villaggi da cui arrivano mi sono unito ai volontari del Ganga Ma School Project
che si occupano di dare sostegno umanitario a queste poverissime famiglie che
fanno parte della peggiore casta, gli intoccabili (paria, considerati senza
casta). Per molti indiani loro sono invisibili, non hanno le stesse opportunità
delle altre caste e raramente gli viene dato lavoro. Il governo gli concede dei
posti negli uffici pubblici ma molti di loro non riescono a premettersi di
avere un istruzione. Ganga Ma School, oltre a prendersi cura di loro, ha
insegnato alle madri ad usare l’uncinetto per creare borse e porta cellullari.
Ha ispirato loro nella iniziativa di creare un mercatino per smettere di
mendicare. Nelle foto potete ammirare la simpatia di queste tenere creature.
Scorrendo le immagini noterete il grande fuoco che viene
acceso la sera prima della festa dei colori con due bamboline tra il legname.
La più grande rappresenta Holika, il piccolo tra le sue braccia e il principe
Pralahad. Poi inizia la festa con casse sparse per la città e balli scatenati a
ritmo di terribile musica elettronica commerciale. Circolano fiumi di alcol e
alcuni indiani iniziano a delirare arrivando anche a qualche rissa. La
mattinata dopo esplodono i colori e l’allegria. Ci si augura un felice Holi e
ci si abbraccia. I bambini si divertono con pistole d’acqua e gavettoni.
Cecchini appostati dalle terrazze con secchielli lavano i malcapitati sotto la
loro casa. I più grandi arrivano anche a mezzi più pesanti come la vernice.
L’atmosfera è straordinaria ma purtroppo bisogna sempre stare all’allerta,
soprattutto se si è donna. Nel delirio generale c’è chi ne approfitta per
mettere le mani in parti intime o c’è il rischio che si precipiti in qualche
forma di violenza. In ogni caso la mia esperienza è stata molto positiva e così
mi è sembrato anche per le ragazze che erano con me a Varanasi. Felice
primavera a tutti. Vi auguro che sia straordinaria come è stato il mio inverno
indiano.
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