Sono commosso, ma allo stesso tempo ubriaco. In una classica
domenica pomeriggio passeggiavo in solitaria nella zona antica e più povera di
Qingdao (ex colonia tedesca)per osservare la vita domenicale della gente del
posto. Ad un certo punto ho sentito della musica tradizionale, ad un volume
particolarmente eccessivo, proveniente da un piccolo bar locale. Le vetrine
erano di vetro, così ne ho approfittato per osservare all’interno. Noto diversi
cinesi, sulla cinquantina d’anni, che celebrano il giorno di festa bevendo e
mangiando assieme, ma soprattutto cantando e suonando piano e fisarmonica. Uno
di loro mi nota e mi invita all’interno, accetto subito. Sembrano entusiasti di
avere un nuovo ospite, mi riempiono il bicchiere di birra e iniziano i brindisi
alla goccia secondo la loro tradizione. Mi sa che da un po’ hanno iniziato
perché li vedo abbastanza gonfi dall’alcol. Mi prendono in simpatia nonostante
non parlino inglese, sono sorpreso perchè un gruppo di cinesi, tutti di una
certa età, mi sta accogliendo assieme a loro in un momento riservato di festa –
solitamente gli anziani sono molto chiusi verso gli stranieri. Si canta , si
batte le mani a ritmo, è festa per tutti ! (guardate assolutamente il video a fondo post)
Uno alla volta cantano canzoni popolari cinesi, di cui
riconosco solo la versione cinese di “Bella ciao”. Ad un certo punto tocca a
me, vogliono che canti anche io, ma sinceramente non conosco a memoria una
canzone italiana. Penso alla mia infanzia e dal nulla mi torna in mente un
brano di Lucio Battisti che cantavo a squarciagola: “Dieci Ragazze per me”.
Prendo il microfono, mi alzo in piedi e, per la prima volta in pubblico nella
mia vita, inizio a cantare stonatissimo, ma poco importa, ora conta solo il
momento di festa e loro sono felici a vedermi cantare. Ogni 5 minuti mi offrono
un chupito di birra, così che dopo due ore sono ubriaco e dovrei andare al
bagno. Chiedo ma non mi capiscono, osservo gli altri, bevono di tutto ma non
vanno mai da nessuna parte. Inizio a sentire la vescica a pressare e mi rendo
conto di essere ciucco alle 4 del pomeriggio conscio che stasera ho un
appuntamento con una simpatica ragazza cinese per cena. Così all’improvviso
saluto tutti con le mani giunte ripetendo “shi-shi” ovvero grazie in cinese e
con gli occhi lucidi dalla felicità. Sono emozionato e grato a questa gente
perché questi sono i momenti più gioiosi che provo in viaggio e sono diventati
la mia passione.
Torno all’ostello della gioventù, in cui risiedo, e dopo una
corsa sfrenata al bagno mi riprendo dalla sbronza. Verso sera esco alla ricerca
di un mezzo che mi trasporti verso il ristorante dell’appuntamento con Sheng,
una giovane cinese che insegna inglese e studia tedesco conosciuta ieri nel bar
dell’ostello. Dopo tanto tempo che non mi capitava, trascorro una
piacevolissima serata tra cena e passeggiata lungo mare. Ci raccontiamo le
nostre vite e ci rendiamo conto che, anche se siamo cresciuti in culture così
lontane, abbiamo molto in comune. Qingdao si è rivelata una sorpresa, non per
la bellezza della città, bensì per gli incontri speciali che sto avendo. Sono
venuto qua casualmente per via del traghetto diretto in Corea del Sud e ancora
una volta la mia filosofia di viaggio senza aerei mi ha regalato momenti
particolari. Da domani riproverò a martellare il centralino della compagnia di
traghetti nella speranza che si liberi un posto a breve per attraversare il Mar
Giallo e sbarcare in Corea del Sud in attesa del 5 giugno per il lungo viaggio
di 24 giorni attraverso l’Oceano Pacifico e per raggiungere la terra
sudamericana in un esotico porto colombiano.
I was moved
but, at the same time, drunk. On a typical Sunday afternoon I was walking alone
in the oldest and poorest part of Quingdao, former German colony, to see what
the locals do on a Sunday. Hearing some really loud traditional music coming
from a small bar, I looked in through the windows and saw some Chinese in their
fifties enjoying their day off by drinking and eating together, but also singing
and playing the piano and an accordion. Seeing me, one of them beckoned me into
the bar, and I didn’t need to be asked twice. They seemed thrilled to have a
new guest so they filled me a glass of beer and, in their tradition, started
toasting and gulping the drinks down. This seemed to have already been going on
for some time because they looked pretty smashed. They took a liking to me even
though they didn’t speak any English and I felt surprised that a group of
fairly old Chinese, usually very reserved towards foreigners, had invited me to
a private party. We sang and clapped our hands, it was party time for
everybody! (have a look absolutely to videoclip on the post's end)
One at a
time they sang traditional songs, one of which I recognised as the Chinese version
of “Bella Ciao”. Then it was my turn to sing but I don’t know any Italian song
by heart. I thought about my childhood and remembered out of nowhere “Dieci
ragazze per me” by Lucio Battisti, which I used to sing at the top of my voice.
I took the mike and, for the first time in my life, stood up and started
singing - out of tune, but that didn’t really matter because it was all about
having a good time and they were happy to have me sing. Every five minutes they
offered me a shot of beer and after two hours of this I was drunk and in dire
need of a loo. I asked where the toilet was but they didn’t understand, so I
looked at what the others did and noticed they were drinking loads but not
going anywhere. I felt that my bladder was full and realised I was drunk at 4
pm, just a few hours before a dinner appointment with a nice Chinese girl. So I
suddenly said goodbye to everybody by pressing my palms together and repeating
“shi-shi”, which is “thank you” in Chinese, my eyes bright with tears of
happiness. I was moved and grateful towards these people because these are the
happiest moments of my travels and have become a passion.
I returned
to the youth hostel I was staying at and, after dashing to the toilet, started
sobering up.
In the evening I went out to look for transport to the restaurant where I had an appointment with Sheng, a young Chinese girl I had met at the hostel bar, and who teaches English and studies German. A long time had passed since my last evening eating out and walking along a seafront. We talked about our lives and realised that even though we had grown up in distant cultures, we had a lot in common. Quingdao turned out to be a surprise, not because the city is beautiful, but because of the special encounters I had. I arrived here by chance, because I was heading to South Korea to catch a boat and, once again, my way of travelling without taking planes had led to special moments. From tomorrow I’ll keep hassling the ferry company phone operator, hoping that a place will soon become available and I can cross the the Yellow Sea and reach South Korea before June 5th, when a 24-day journey across the Pacific will take me to an exotic port in Colombia.
In the evening I went out to look for transport to the restaurant where I had an appointment with Sheng, a young Chinese girl I had met at the hostel bar, and who teaches English and studies German. A long time had passed since my last evening eating out and walking along a seafront. We talked about our lives and realised that even though we had grown up in distant cultures, we had a lot in common. Quingdao turned out to be a surprise, not because the city is beautiful, but because of the special encounters I had. I arrived here by chance, because I was heading to South Korea to catch a boat and, once again, my way of travelling without taking planes had led to special moments. From tomorrow I’ll keep hassling the ferry company phone operator, hoping that a place will soon become available and I can cross the the Yellow Sea and reach South Korea before June 5th, when a 24-day journey across the Pacific will take me to an exotic port in Colombia.
Bellissimo il video, che grande emozione che devi aver provato nel vivere certi momenti. GRANDE
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