Decido di uscire sul presto la prima sera a Kathmandu per osservare la città versione by night. Dopo poche vie inizio già a provare un accenno di insopportazione verso la situazione che mi circonda, baccano di clacson senza sosta, smog , macchine e motorini che mi sfiorano in ogni angolo. Vedo un gruppo di persone, mi avvicino incuriosito ed assisto alla prima rissa del mio viaggio. Una ragazza nepalese, vestita alla moda, grida e tira pugni in faccia ad un giovane circondato da fratelli e amici di lei, naturalmente ogni tanto anche gli amici gliene tirano uno. Capisco subito che questa città non è quello che voglio vedere del Nepal e per fortuna me ne andrò tra due giorni, destinazione la valle attorno Kathmandu.
Decido di entrare da qualche parte, non conoscendo nessun posto entro a caso in una porta che attraverso un corridoio porta ad una scala per il piano di sopra, con un salto nel buio sono al Sam’s pub. L’ambiente è poco illuminato con alcune candele, il locale sembra proprio un pub di un altro mondo per la gente che lo anima, un mix etnico che non si vede spesso nei pub europei. Mi siedo al bancone nell’unico sgabello disponibile affianco ad un nepalese e ad un israeliano, la barista è austriaca ed è proprietaria, barista e dj. Ho trascorso 4 ore in quel pub e doveva essere solo un aperitivo, ho chiacchierato con un antropologo israeliano di nome Drew che si trova a Kathmandu per studiare la globalizzazione. Abbiamo brindato assieme a due signori nepalesi che continuavano a riempirci di domande, la regola numero uno per tutti quanti era non parlare di politica ma parlare della vita e brindare ad essa.
Ad un certo punto io e Drew ci rendiamo conto che è arrivato il momento di mangiare qualcosa anche perché qua i locali chiudono tutti verso mezzanotte. Usciamo ed infatti stavano chiudendo i ristoranti ma dopo alcune vie ne trovo uno aperto con cucina locale. A cena terminata saluto Drew e torno all’ostello attraversando la città ormai mezza vuota e trovandola decisamente più ospitale. Good night Kathmandu !
I decided to go out early on my first evening here to see Kathmandu by night. After I had gone down just a few roads, the non-stop tooting and exhaust fumes of the cars and scooters barely missing me at every corner had become irritating. I saw a group of people and as I moved closer out of curiousity, I saw the first fight on my travels: a fashionably-dressed Nepalese girl was shouting at a young man and punching him in the face. Some of her family and friends were standing around him and occasionally taking a swing at him, too. I quickly realised that this city was not what I wanted to see of Nepal, so it was just as well that in two days I’d be moving on, into the surrounding valley.
I decided to go for a drink and, not knowing any pub in particular, walked in through the first doorway I came to, down a corridor and up a flight of stairs into Sam’s Pub. This was feebly lit by candles and really did seem like a non-European pub because of its unusual ethnic mix of regulars.
I went up to the bar and sat on the only empty stool, next to a Nepalese and an Israeli. The barmaid, who was Austrian, turned out to be the owner of the place as well as the dj. I had only gone there for an appetizer but ended up spending four hours there, chatting with an Israeli anthropologist named Drew, in Kathmandu to study globalisation. We drank with two Nepalese men who kept asking questions, the only rule being to talk not about politics but about life and to make toasts to it.
At a certain point, Drew and I realised it was getting late to eat, because all the places shut down around midnight. As we left the pub, we saw that most places were already closed but after a short walk we found a local eating place. After dinner, I said goodbye to Drew and headed back to the hostel through the streets that were by now half-empty and decidedly more hospitable
Good night Kathmandu!
Decido di entrare da qualche parte, non conoscendo nessun posto entro a caso in una porta che attraverso un corridoio porta ad una scala per il piano di sopra, con un salto nel buio sono al Sam’s pub. L’ambiente è poco illuminato con alcune candele, il locale sembra proprio un pub di un altro mondo per la gente che lo anima, un mix etnico che non si vede spesso nei pub europei. Mi siedo al bancone nell’unico sgabello disponibile affianco ad un nepalese e ad un israeliano, la barista è austriaca ed è proprietaria, barista e dj. Ho trascorso 4 ore in quel pub e doveva essere solo un aperitivo, ho chiacchierato con un antropologo israeliano di nome Drew che si trova a Kathmandu per studiare la globalizzazione. Abbiamo brindato assieme a due signori nepalesi che continuavano a riempirci di domande, la regola numero uno per tutti quanti era non parlare di politica ma parlare della vita e brindare ad essa.
Ad un certo punto io e Drew ci rendiamo conto che è arrivato il momento di mangiare qualcosa anche perché qua i locali chiudono tutti verso mezzanotte. Usciamo ed infatti stavano chiudendo i ristoranti ma dopo alcune vie ne trovo uno aperto con cucina locale. A cena terminata saluto Drew e torno all’ostello attraversando la città ormai mezza vuota e trovandola decisamente più ospitale. Good night Kathmandu !
I decided to go out early on my first evening here to see Kathmandu by night. After I had gone down just a few roads, the non-stop tooting and exhaust fumes of the cars and scooters barely missing me at every corner had become irritating. I saw a group of people and as I moved closer out of curiousity, I saw the first fight on my travels: a fashionably-dressed Nepalese girl was shouting at a young man and punching him in the face. Some of her family and friends were standing around him and occasionally taking a swing at him, too. I quickly realised that this city was not what I wanted to see of Nepal, so it was just as well that in two days I’d be moving on, into the surrounding valley.
I decided to go for a drink and, not knowing any pub in particular, walked in through the first doorway I came to, down a corridor and up a flight of stairs into Sam’s Pub. This was feebly lit by candles and really did seem like a non-European pub because of its unusual ethnic mix of regulars.
I went up to the bar and sat on the only empty stool, next to a Nepalese and an Israeli. The barmaid, who was Austrian, turned out to be the owner of the place as well as the dj. I had only gone there for an appetizer but ended up spending four hours there, chatting with an Israeli anthropologist named Drew, in Kathmandu to study globalisation. We drank with two Nepalese men who kept asking questions, the only rule being to talk not about politics but about life and to make toasts to it.
At a certain point, Drew and I realised it was getting late to eat, because all the places shut down around midnight. As we left the pub, we saw that most places were already closed but after a short walk we found a local eating place. After dinner, I said goodbye to Drew and headed back to the hostel through the streets that were by now half-empty and decidedly more hospitable
Good night Kathmandu!
Chiudo gli occhi ed e' come se ti vedessi.. Bless
RispondiEliminaI miei migliori auguri a te, che hai avuto il coraggio di osare, di vivere il mondo come molti di noi vorremmo solo immaginare.
RispondiEliminaLEO
Ti ho conosciuto solo ora, e non vedo l'ora di leggere tutti i tuoi post, iniziando ovviamente dal primo, questo!!! Buona continuazione di viaggio... Che bella esperienza, hai tutta la mia (buona) invidia!!!
RispondiEliminaGrazie !!
EliminaComplimenti per l'immagine con l'occhio di Ra, me lo sono tatuato pochi mesi fa.
Complimenti per tutto quello che hai fatto ed in bocca al lupo per tutto quello ch farai!
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